Foto Torre         Barbara Torre


La matematica mi ha sempre affascinato, fin dalle prime esperienze scolastiche mi veniva spontaneo paragonarla ad un mondo perfetto. Con la matematica non sono possibili ingiustizie, definiti i presupposti, ogni affermazione si può dimostrare, si riconoscono sempre, senza il rischio di ambiguità, le cose corrette dalle cose errate. Forse per questo mi è sempre piaciuta.
Quando arrivato il momento di scegliere un corso universitario mi sono posta il problema delle prospettive professionali. Ho partecipato agli incontri di orientamento agli studi ed ho parlato con alcuni professori. Ho scoperto, contrariamente a quanto si è soliti credere, che gli sbocchi professionali dopo una laurea in matematica non sono limitati all'insegnamento scolastico, ma possono essere anche la ricerca in università e un impiego in azienda.
Gli incontri fornivano una panoramica generale su diversi corsi di laurea e relative prospettive, e avevano forse lo scopo di disincentivare le persone meno motivate in un momento in cui le iscrizioni erano superiori a quante l'ateneo ne potesse gestire, la situazione presentata non era infatti, delle più rosee: non era più vero, come qualche anno prima, che un titolo di laurea garantisse il lavoro, anzi il mercato era, in molti settori, già saturo di laureati.
Il modo migliore per trovare lavoro dopo la laurea era finire gli studi con profitto e in tempi rapidi, in quanto i datori di lavoro, data l'abbondanza di offerta, avevano la possibilità di scegliere fra gli studenti migliori. In quest'ottica il corso di laurea da privilegiare era sicuramente quello che meglio rispondeva alla propria predisposizione. Studiare comporta molto impegno ed è sicuramente di maggior profitto studiare qualcosa che piace.
Mi sono iscritta a Matematica. Ho iniziato i corsi universitari nell'ottobre dell'89, ho studiato seriamente già dai primi giorni di lezione. Ho lavorato intensamente ma con passione ed ho avuto molte soddisfazioni. Ho scelto l'indirizzo applicativo perché mi sembrava quello che meglio potesse prepararmi al mondo del lavoro. Il 14 luglio del '93 discutevo la tesi. Dopo l'estate ho cominciato i primi colloqui, e pochi mesi dopo entravo a fare parte dei sistemi informativi dell'Italiana Petroli, società petrolifera appartenente al Gruppo ENI.
Le mie conoscenze non erano sufficienti per svolgere i compiti che mi sarebbero stati assegnati ma questo non è stato un problema perché la società prevedeva per ogni neo assunto un percorso di formazione generale (per la conoscenza dell'azienda e del suo settore di business) e un percorso di formazione tecnico per ottenere la specializzazione desiderata. Le assunzioni nel settore erano spesso di giovani laureati in ingegneria, fisica, matematica ed informatica, in ogni caso era richiesto un periodo di formazione. E' difficile per un laureato trovare un lavoro che permetta di sfruttare e sviluppare pienamente la propria specializzazione così come è difficile per una azienda trovare un neo laureato "pronto per lavorare". Ricominciare a studiare materie nuove non è stato assolutamente un problema, anzi per me imparare è sempre uno stimolo. Non si trattava di cose complesse, fin dal primo giorno il direttore mi ha detto: "vedrà per un matematico le cose che trattiamo noi sono tutte semplici, qui le difficoltà non sono di tipo qualitativo ma quantitativo".
Alla IP mi occupavo di ricerca di nuovi prodotti software da introdurre in azienda e di metodologie. In poche parole il mio lavoro consisteva nel valutare, a fronte di una esigenza aziendale, se e quali strumenti il mercato offriva per soddisfarla. Se necessario seguivo dei corsi. Presentavo poi un resoconto che riassumeva vantaggi e svantaggi degli strumenti presi in considerazione. Scelto lo strumento era ancora mio compito seguire l'analisi e lo sviluppo di un progetto pilota (sistema sperimentale) che lo utilizzasse, e fornire ai colleghi le linee guida per l'uso. I primi progetti che ho seguito mi hanno impegnato per qualche mese, successivamente ho partecipato ad analisi e scelte più strategiche e quindi più impegnative. L'ultimo progetto che ho seguito riguardava applicazioni di groupware e internet.
Dopo quasi 4 anni in IP ho ricevuto un'offerta di lavoro da un'altra azienda: il Registro Italiano Navale (RINA). L'offerta mi è sembrata interessante, ho deciso quindi di cambiare. Il RINA è un'azienda che si occupa storicamente di classificazione navale e che, negli ultimi anni, ha sviluppato altri settori come servizi per l'industria e certificazione dei sistemi di gestione.Attualmente sono responsabile del software di gestione relativo a dati e processi tecnici della divisione navale. In breve il mio lavoro consiste nel seguire lo sviluppo e la manutenzione del software in merito ad aspetti tecnici, budget, tempi, risorse, rapporti con il settore informatico, coordinamento risorse interne ed esterne (consulenti o società di sviluppo software), divulgazione di rapporti, formazione, comunicazioni interne ed informazioni ai clienti.